lunedì 25 maggio 2009

LA PSICOSOMATICA NELLA LETTERATURA INDOVEDICA (PARTE PRIMA).
di Marco Ferrini.


LA RISONANZA FRA PIANO FISICO E PIANO PSICHICO.
Secondo la psicologia indovedica l'essere umano risulta come un paradosso costituito da profonde aspirazioni interiori che contrastano con bisogni fisici oltremodo impellenti. La differenza tra il sé e il corpo, nel quale il sé temporaneamente abita, dovrebbe diventare una profonda, costante consapevolezza perché, quando l’individuo si identifica con gli strati più superficiali della propria personalità, l’universo interiore sembra frantumarsi e il soggetto è costretto a sperimentare con dolore il suo fallimento intimo. A questo fine fondamentale da sviluppare è la consapevolezza dell’essenziale differenza tra spirito e materia, tra il sé e il corpo, tra il sé e la mente. Questo naturalmente non significa che il corpo e la Natura, con tutti i loro elementi, debbano venir trascurati o disprezzati; vanno anzi apprezzati e curati nel migliore dei modi, in quanto strumenti preziosi che possono permettere di fare in questa esistenza un viaggio agevole e in ascesa, rivolto alla conoscenza e all'elevazione etico-spirituale. Per apprendere la capacità di auto-disciplina e sviluppare al meglio le proprie potenzialità occorre diventare consapevoli anche di quanto corpo e psiche siano interconnessi ed interdipendenti: ciò che avviene sul piano fisico influenza lo psichico, ma è ancor più vero che quanto accade sul piano psichico influenza notevolmente il fisico. Gran parte delle malattie del corpo deriva infatti da disagi o da malesseri mentali. Sembra sia stato ormai scientificamente dimostrato che, ad esempio, perfino in gravi patologie quali i tumori, le malattie cardiocircolatorie o l’invecchiamento precoce, la componente stress abbia una rilevanza notevole. La letteratura psicologica indiana afferma che ogni organo, tessuto, cellula, molecola e atomo del corpo è irrorato di psiche e che il sistema nervoso cerebrospinale rappresenta il canale fisiologico principale attraverso cui la mente opera nel corpo, senza però che l’influenza del “pensare” e del “sentire” sia limitata ad esso. Se il soggetto intrattiene pensieri positivi ed elevati, fondati su valori quali la veridicità, la lealtà o la compassione, l’intero organismo, attraverso impulsi elettrochimici associati a ciascun pensiero (le cosiddette cellule-messaggere), riceve questi stessi stimoli positivi, che provocano un’immediata fortificazione del sistema immunitario, che invece si indebolisce gravemente in presenza di pensieri o emozioni negativi quali paura, rancore, collera, concupiscenza, odio, malumore, invidia, delusione, ecc. Secondo l’Ayurveda, lo stato fisico di un individuo cambia col modificarsi dei suoi contenuti psichici e del suo stato di coscienza. In questo modo trovano spiegazione anche le cosiddette guarigioni miracolose o, con un linguaggio clinico, le remissioni spontanee. Similmente, tutto ciò che avviene nel corpo influenza inevitabilmente anche la struttura psichica, tanto che risulta evidente non solo l’esistenza di una connessione tra mente e corpo quanto una vera e propria risonanza tra i due. Anche il respiro, che possiamo considerare come una cerniera tra il fisico e lo psichico, ci conferma quanto questi due piani siano inscindibilmente collegati, interagenti e interdipendenti. Attraverso il respiro si può infatti intervenire sui processi psichici e, influendo sullo psichico, si arriva a gestire il fisico. Nevralgie, dolori reumatici, crampi, sudorazione, affaticamento ed altri disagi organici, possono venir superati tramite la pratica del controllo del respiro (pranayama), branca che possiamo approfondire studiando gli Yoga-sutra(1). Sul versante psichico, ansietà, paura, emozione, stordimento, possono venir controllati attraverso una corretta gestione del respiro e le pratiche meditative, finché la mente si calma e la coscienza può accedere ad un livello di consapevolezza superiore.

(1) Cfr. Marco Ferrini Psicologia dello Yoga.

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