Come il senso di inferiorità, il senso di colpa non è qualcosa di patologico di per sé. Noi possiamo provare tutti giorni un senso di colpa o un senso d'inferiorità, l'importante è saperlo gestire, saperlo armonizzare, saperlo riportare a una costruttiva operatività. Il senso d'inferiorità può infatti infondere uno stimolo a studiare, ad imparare meglio una performance, a frequentare persone più sagge o più lungimiranti di noi e dunque, se saputo gestire, è stimolante. Allo stesso modo il senso di colpa costituisce di per sé un indice di salute psichica, di buona coscienza e può rappresentare uno stimolo a migliorare la nostra performance morale, etica; può costituire un incentivo a diventare più utili per gli altri, non solo a ripagare danneggiamenti che abbiamo compiuto in quanto esseri umani fallaci. Il senso di colpa, così come il senso di inferiorità, non deve però degenerare in un'angoscia continua, la quale produrrebbe una serie di comportamenti distruttivi verso sé stessi e verso gli altri. Entrambi questi “sentimenti” rischiano di diventare complessi quando scivolano nell'inconscio e la persona che ne è affetta, non essendone più consapevole, si ritrova proiettata in coazioni a ripetere non sapendo perché sta mettendo in atto certi comportamenti distruttivi. Il senso di colpa può essere utilizzato costruttivamente impegnandosi in attività sociali quali la beneficenza ed il volontariato, tentando di alleviare le altrui sofferenze e problematiche; se infatti aiutiamo gli altri a realizzarsi, il nostro senso di colpa scompare.
Tratto da “Io e gli altri nel gioco della vita”, Corso serale di 3 lezioni tenute presso l'Aula Magna Fondazione Studi Bhaktivedanta, 20, 27 Novembre e 4 Dicembre 2008.
Alcune tradizioni religiose hanno contribuito a produrre sensi di colpa disegnando un Dio castigatore...- Di certo l'umano agire e' costellato di limiti ed errori, ma generalmente il senso di colpa cade in paure soffocanti, la visione riportata e' molto costruttiva e luminosa, grazie
RispondiElimina