giovedì 12 marzo 2009

GENITORI E FIGLI.
di Marco Ferrini.

Nei periodi di sconvolgimento sociale come quello che stiamo vivendo è doveroso chiedersi se e come possano sopravvivere rapporti familiari delicati ed essenziali come quelli tra genitori e figli, senza che si smarriscano il senso e lo scopo ultimo di questa relazione basilare per ogni individuo, per la nostra crescita psicologica ed esistenziale. Genitori e figli, oggi, con una struttura familiare sempre meno imperniata su valori morali e spirituali, rischiano di naufragare in una specie di "terra di nessuno" dai confini incerti, dove sentimenti, ruoli e comportamenti devono essere spesso reinventati e sperimentati a prezzo di gravissimi danni umani ed economici. Nell'attuale momento socio-storico l'influenza della cultura atea, materialista, ha progressivamente distolto l'attenzione della grande maggioranza della gente da un percorso di sviluppo interiore, accreditando al suo posto pseudo-valori che hanno profondamente trasformato e deformato il concetto di famiglia. La tecnologia ha dato un poderoso impulso alla scienza nei campi della ricerca genetica, della bioingegneria, dell'inseminazione artificiale, ma si è altresì sviluppata una generalizzata degenerazione etico-comportamentale, con il boom ad esempio degli aborti e dei divorzi. Tutto ha ovviamente contribuito a stravolgere il tradizionale rapporto tra marito e moglie e tra genitori e figli, al punto da dover riscrivere il diritto di famiglia per tener conto di tutte le odierne alienità. Secondo recenti statistiche del CENSIS i giovani italiani restano in casa più a lungo, tendono a cercare lavoro sul posto e confidano nella famiglia per trovarlo, passano il tempo con gli amici, si dedicano allo sport, non hanno grandi ambizioni nè alti ideali. A prima vista sembrerebbe un quadro idilliaco ma non è così. Basti ad esempio pensare all'esercito di ragazze madri, molte delle quali poco più che bambine, o al sistematico massacro di figli non ancora nati, vittime inermi di un crimine legalizzato di procreatori irresponsabili che diventano abortisti senza scrupoli, oppure alle migliaia di vittime della droga, o a tutti quei giovani che fanno uso di alcool e vanno ad infoltire le fila degli oltre 40.000 morti l'anno. Altro segno del disagio é la disperazione dei figli di coppie divorziate o di quelli che pagano pesantemente il conto della violenza familiare sempre più diffusa. In un mondo che pare impazzito, le prime vittime sono proprio i bambini. Uno scioccante studio rivela che un bimbo su quattro è, più o meno seriamente, malato di mente. Ad un’attenta lettura di queste statistiche non sfugge certo la grande carenza di valori etici e spirituali, né il fatto che la famiglia abbia smarrito il fine trascendente dell'esistenza. Per lo più oggi la religione è ridotta a mera formalità e Dio viene chiamato in causa solo perché garantisca quel benessere materiale che pare essere diventato l’unico scopo dell’esistenza. Genitori e figli, e anche moglie e marito, hanno spesso interessi privati che contrastano con lo spirito unitario della famiglia, per cui non raramente convivono solo per convenienza in una relazione svuotata di ogni significato sacro. Quando uno dei due coniugi, infatti, non ha più il suo tornaconto egoistico, mostra rapidamente l'assenza di spirito di sacrificio rompendo senza indugi e senza rimorsi il legame familiare. Molti percepiscono la famiglia non come entità sacra, piuttosto come società a responsabilità limitata, dalla quale si esce quando si vuole purché ci si accordi economicamente. Il tradimento e il divorzio diventano pratica comune e, nel delirio dell'illusione, la sfortuna viene scambiata per fortuna. I genitori lavorano entrambi per provvedere ai sempre crescenti pseudo-bisogni imposti dalla cultura consumistica e i giovani risentono negativamente della quasi totale mancanza di educazione e di esempio da parte dei genitori. L'educazione dei figli viene di fatto delegata ad estranei o ai mass media. La famiglia, come descritta dalle sacre scritture vediche, costituisce una delle quattro tappe del progresso umano verso la liberazione dai condizionamenti, finalizzata a dare affetto, protezione ed educazione ai suoi componenti. La famiglia tradizionale era forte perché poggiava le fondamenta sui princìpi spirituali. Era costituita dai nonni, dai genitori, dai fratelli, dagli zii, dai cugini. Le responsabilità e i ruoli erano ben definiti e venivano appresi sin dall'infanzia. Con essi si imparavano il rispetto, la reverenza e l'amore per Dio, per i familiari e per tutti gli esseri viventi, umani e non. Nella famiglia il ruolo dei genitori è decisivo per il progresso dei figli. Il modello e l'efficacia del loro insegnamento deriva essenzialmente dall'esempio. Solo se essi sono eticamente e spiritualmente evoluti, al tempo stesso austeri e amorevoli, leali con tutti, giusti e generosi, potranno ispirare nei figli un comportamento analogo, e riceveranno in cambio rispetto e amore. Nella civiltà vedica i giovani frequentavano fino all'età di 25 anni la scuola del guru, dove venivano istruiti anche sulle responsabilità familiari. Essi non potevano sposarsi prima di aver ricevuto dal Maestro il riconoscimento di maturità spirituale, indispensabile per entrare con successo nella vita di famiglia.2 Era decisamente sconsigliato assumersi il ruolo di genitore o di marito se non si era capaci di facilitare il progresso spirituale dei propri figli, della moglie e degli anziani della famiglia.3 Nella famiglia vedica il padre é il maestro spirituale naturale della famiglia (shiksha guru), insegna con l'esempio, provvede a tutte le necessità e protegge i familiari dai pericoli della vita, educa i figli e li aiuta nella scelta del maestro spirituale che darà loro l'iniziazione (diksha guru) e che li guiderà gradualmente verso la riscoperta della loro natura profonda e della loro relazione con Dio. La donna viene educata con cura fino dalla più tenera età affinché sviluppi le virtù indispensabili al successo nella vita familiare: la castità, la collaborazione amorevole con il marito e la cura dei figli e della casa. La moglie è l'assistente più intima del marito e madre generosa e amorevole: come tale è amata e rispettata da tutti i membri della famiglia. Il marito, a sua volta, è educato a trattare la moglie con grande rispetto e a provvedere ai suoi bisogni secondo le proprie possibilità, ma soprattutto ad aiutarla, attraverso il proprio esempio, nell’avanzamento spirituale. Nei Veda la moglie è descritta come la metà del corpo del marito ed ella sa che non può raggiungere la liberazione (moksha) senza aver compiuto i propri doveri verso di lui e verso la famiglia. Il marito, a sua volta, è cosciente che non può liberarsi se non avrà salvato la propria famiglia, che da lui dipende. Il lavoro, la preghiera, il cibo, i matrimoni, le nascite e le morti, tutta la vita familiare viene vista come una serie di attività tese alla purificazione e all'avanzamento spirituale per mezzo del servizio di amore e devozione a Dio (bhakti-yoga) fino a raggiungere la perfezione. In questo contesto la casa diventa come un tempio, pervasa di spiritualità: è un monumento alla devozione in cui si gioisce del vivere servendo e adorando il Creatore; vi si conduce un'esistenza pura, semplice e santa. L'educazione dei figli, affinché da adulti siano capaci di impostare con successo la loro vita familiare, diventa il principale scopo dei genitori. Niente è lasciato al caso: la nascita e la crescita dei figli è regolata da pratiche vediche dette samskara. In lingua sanscrita figlio si dice putra, che significa ‘colui che salva il padre dalle conseguenze del peccato’ (letteralmente: dall'inferno detto pu). Il padre che investe le sue energie nell'educazione spirituale dei figli guadagna meriti pari alla somma di quelli ottenuti da chi avrà compiuto ogni specie di sacrificio (yajna), penitenza (tapas), pellegrinaggio (parikrama), donazione di ricchezze (dhana) e studio dei Veda (svadhyaya). Canakya Pandita, un grande saggio vissuto in India circa 2.300 anni fa, nel suo celebre Niti-shastra insegna che i figli vanno scusati con dolcezza fino all'età di cinque anni, educati con cura e fermezza fino a quindici, poi trattati come amici per il resto della vita. Rimproverare duramente i figli in età superiore ai quindici anni, qualora non abbiano ancora ricevuto un'adeguata educazione e sviluppato sufficiente stima e rispetto nei confronti dei genitori, significa correre il rischio di trasformarseli in nemici. Il saggio Canakya dice che avere figli che non siano nè devoti di Dio, nè studenti della scienza sacra, è come avere occhi che non vedono, inutili fardelli che procurano solo dolore. Oggi le condizioni sociali sono talmente peggiorate che tante persone hanno una vera e propria paura di fondare una famiglia; non si fidano e temono di crearsi un futuro tempestoso; prevedono tradimenti e malversazioni da parte dei familiari, ricatti e cause legali, insomma una vita d'inferno. Tuttavia, pur tenendo conto delle enormi ed oggettive difficoltà che oggi ostacolano chi si accinge ad entrare nella vita di famiglia, chi non fosse ancora pronto a rinunciare al desiderio di diventare marito o moglie, padre o madre, sappia che, dal punto di vista sociale, non è mai stata disponibile un'alternativa positiva alla famiglia e che tutte le invenzioni umane in tal senso si sono sempre rivelate dolorosi fallimenti. Se la famiglia così come si presenta oggi non sembra affidabile, se marito e moglie soffrono di mancanza di fiducia reciproca, se genitori e figli si guardano con sospetto, che fare? Come umani soffriamo di troppi limiti, meglio implorare l'aiuto del Signore e percorrere un cammino sperimentato di progresso spirituale per la destrutturazione dei condizionamenti inconsci, l’armonizzazione della personalità e l’elevazione della coscienza, che consenta una migliore relazione con se stessi e con gli altri e la percezione e visualizzazione di livelli superiori di realtà. Con la coscienza vivificata diventa possibile organizzare la vita familiare e sociale senza ansietà, strutturando gradualmente le proprie abitudini e relazioni umane sul modello e sui valori indicati dai saggi di tutti i tempi.

1 commento:

  1. Pansa dice: i genitori del Duemila? tanto vale abolirli. oggi ai figli per dimostrare di essere genitori comprensivi e all'altezza del compito, si lascia fare loro qualsiasi cretinata senza pensare che è in quell'assurdo permissivismo che danno loro un cattivo insegnamento. a mio parere personale ci vorrebbe l'educatore di stato non tanto per figli - ma per i genitori.

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