mercoledì 20 gennaio 2010

CONTRASTARE LE EMOZIONI NEGATIVE di Marco Ferrini (Matsyavatara Dasa).

E' possibile contrastare le emozioni negative utilizzando quelle positive. La stragrande maggioranza delle volte il soggetto cosciente non riesce a fare ciò poiché la forza di questi prodotti psichici è altamente superiore alla volontà di cui egli dispone sul piano cosciente; ma la mente razionale, il pensiero, può aiutare molto ad affrontare le emozioni negative. Il pensiero è per definizione di natura fredda, mentre le emozioni sono generalmente cariche di desiderio, di sentimento o risentimento.

Se paragonati a dei colori si potrebbe visualizzare il primo come di tonalità chiara, grigio perla leggermente tendente al celeste, mentre le seconde come un colore torbido, caldo: rosso scuro o amaranto. È già una terapia contrapporre un pensiero ad un'emozione, in quanto la natura fredda del primo ha il potere di rendere più trasparente il contenuto torbido tipico della natura calda della seconda. D'altra parte, è sicuramente difficile che un pensiero, da solo, riesca a contrastare un’emozione, poiché quest'ultima possiede una carica psichica ben più potente. Per questo motivo si rende necessario affiancare al pensiero positivo anche emozioni di segno positivo, che per questo devono essere ben archiviate nella memoria, in modo da essere immediatamente a disposizione nel momento in cui si desidera evocarle, proprio come una valigetta del pronto soccorso, sempre pronta per l'uso. Le emozioni positive sono luminose, espansive, penetranti e possono rifinire l’operazione di risanamento che il pensiero può fare solo in parte, in virtù della carica emotiva forte che anch’esse posseggono. Tali emozioni possono essere connesse ad insegnamenti che abbiamo ricevuto, rappresentare momenti belli della vita, momenti in cui abbiamo sperimentato una felicità spirituale e costituiscono ricordi che saranno straordinariamente preziosi se riusciremo ad evocarli al momento giusto, nel momento di un trauma o di una crisi grave, perfino all’approssimarsi della morte.

Concludendo, è possibile affermare che, se un pensiero positivo è ottimale per contrastare un altro pensiero, di natura negativa, la sola funzione razionale non è tuttavia sufficiente ad arginare la carica psichica di un’emozione negativa. Il pensiero razionale può solo apportare un piccolo contributo in tal senso in quanto è utile a scegliere le emozioni positive da recuperare dalla memoria, a disporre una strategia, ma il materiale psichico con il quale veramente si contrasta un’emozione è sostanzialmente un’altra emozione, possibilmente di medesima intensità, ma di segno contrario. Quest'ultimo principio viene espresso anche dal saggio Patanjali(1), che suggerisce la meditazione su pensieri opposti (e per esteso su emozioni) a quelli ostacolanti(2), per consentire all'individuo l'evoluzione del proprio livello coscienziale.

(1) Patanjali, la cui data di nascita non è certa (alcuni esperti ritengono sia vissuto tra l'800 a.C. e il 300 a.C., mentre gli induisti sostengono possa essere vissuto anche diecimila anni prima dell'avvento di Cristo), sistematizzò la disciplina yogica, fino ad allora tramandata oralmente. Compilò quattro libri in merito tutti scritti in aforismi (sutra) rispettivamente Samadhi, Sadhana, Vibhuti e Kaivalya. Il cuore dell'insegnamento di Patanjali è rappresentato dall'Ashtanga Yoga o yoga delle otto membra: stadi attraverso cui lo yogi può gradualmente raggiungere l'unione con Dio, il Samadhi.

(2) Patanjali, Yoga Sutra - Sadhana Pada, sutra 33: vitarkabadhane pratipakshabhavanam – [per contrastare] le fantasie o i pensieri ostacolanti [si deve meditare] su quelli opposti contrari.

Tratto da 'Pensiero, Emozioni e Realizzazione'.

mercoledì 13 gennaio 2010

IL VALORE DELLE RELAZIONI (PARTE TERZA) di Marco Ferrini (Matsyavatara Dasa).

Non scoraggiatevi se non vedete subito i risultati: in realtà essi si stanno già strutturando ad un livello più sottile anche se voi non li percepite con gli occhi fisici, ma chi è esperto e sa guardare nel cuore li vede. Poiché tutto nel mondo è inscindibilmente collegato e per la legge universale della reciprocità tutto quel che è fatto è reso, per valorizzare noi stessi dobbiamo valorizzare gli altri, e lo possiamo fare se coltiviamo fiducia nelle loro qualità, esprimendo la convinzione che essi possono fare molto più di quel che credono ed essendo sempre pronti ad offrire loro parole di conforto nei momenti di bisogno, affinché il nostro ricordo possa aiutarli anche quando noi non ci saremo più o loro non saranno più con noi. Che le nostre parole e il nostro esempio di vita aiutino ad affrontare i momenti più duri, le prove più grandi, offrendo quell'energia e quella fiducia che serve per andare avanti anche se si è in salita, per poi magari scoprire - dopo la prima curva - che finisce la salita e inizia la discesa. Tanti di noi avranno già fatto questa confortante esperienza. Ogni individuo può realizzare se stesso se s'impegna in attività costruttive volte alla realizzazione spirituale, le uniche che profondamente soddisfano permettendo di esprimere al meglio la propria creatività e se coltiva relazioni che hanno scopo evolutivo, le uniche che colmano il cuore di gioia e che possono essere condivise con tutti, perché l'amore vero non è esclusivo. La relazione con Dio è quella che dovremmo più di ogni altra privilegiare, ma poiché ogni creatura è espressione del Divino, il rispetto, la premura, l'apprezzamento e l'affetto dovrebbero scorrere verso ogni essere. Il destino del corpo è incerto, improvvisamente possiamo morire per una grave malattia, per un incidente o per chissà cos'altro. Non sappiamo cosa possa succedere a questa struttura della materia nella quale abitiamo, ma abbiamo una grande certezza: se qui ed ora intraprendiamo il viaggio evolutivo, esso continuerà anche oltre la dipartita da questo corpo fisico e ciò che abbiamo seminato qui fiorirà altrove rendendo facile e veloce il nostro progresso. Rinasceremo in un ambiente favorevole, da genitori che ci educano amorevolmente, incontreremo persone speciali che orientano il nostro cammino. Cerchiamo di vivere in maniera più umile possibile impegnando le energie che il Signore ci dà al servizio Suo e per il bene di tutti, senza lamentarci se siamo chiamati a salire su di un trono o a sederci per terra. Se l'utilità è il principio e se l'utilità è funzionale ad uno scopo evolutivo, dobbiamo essere disponibili a fare qualsiasi cosa siamo chiamati a fare, al di là delle nostre preferenze egoiche. La Katha Upanishad spiega che è dal dovere che nasce il vero piacere, quello che dura e che appaga completamente. Parlare di temi come questi con chi ci sta più a cuore, con chi più è ricettivo, significa scambiare parole e gesti di amore: sono queste le effusioni del vero amore, le espressioni del più nobile tra i sentimenti. Amate, agite con il cuore, con spirito di gioco a favore del grande progetto evolutivo della vita. Questa attitudine vi dispenserà ogni gioia, vi permetterà di sviluppare ogni perfezione.

lunedì 4 gennaio 2010

IL VALORE DELLE RELAZIONI (PARTE SECONDA) di Marco Ferrini (Matsyavatara Dasa).



Impegniamoci ad interagire con gli altri con il costante ed unico desiderio di beneficarli, di perseguire il loro successo, quello vero, che è di natura puramente spirituale: ciò rappresenterà la migliore protezione per la nostra vita, per noi stessi, per le nostre relazioni. Sarà il principio potente, seppur invisibile, che guiderà in senso evolutivo ogni nostra scelta e ci orienterà sempre nella giusta direzione ad ogni cruciale bivio della vita. Impariamo a relazionarci sempre lasciando la possibilità agli altri di accogliere o rifiutare la nostra offerta di amore, perché l'amore vive di libertà. Ascoltiamo la nostra voce interiore quando agiamo, quando operiamo nel mondo, quando ci relazioniamo; se ci dà degli avvisi, se ci esorta ad essere cauti, prestiamole attenzione ed agiamo con prudenza, senza lanciarci in situazioni o in relazioni che potrebbero essere pericolose e che potrebbero danneggiarci e danneggiare più di quanto il nostro piccolo intelletto possa capire. La gradualità nello stabilire relazioni e nello stringere rapporti è essenziale per avere successo nella vita, così come è essenziale, una volta fatta una scelta con ponderatezza e lungimiranza, non cambiare improvvisamente i piani, seguendo acriticamente gli impulsi di mente e sensi, lasciandosi sopraffare dalla vita istintuale e venendo meno ai principi basilari della stabilità e della coerenza. Purtroppo l'impostazione prevalente della società moderna induce ad agire in maniera superficiale ed avventata, bruciando i tempi ed anche le relazioni, ma se vogliamo costruire rapporti di valore occorre investimento di tempo e di attenzione, sensibilità, maturità, cura, preoccupazione, senso di responsabilità, accoglienza, tolleranza, capacità di aprirsi all'altro per comunicare e per ascoltare profondamente. Evitiamo di coltivare quelle relazioni o azioni che non sono coerenti al progetto di vita che intendiamo realizzare, perché senza un progetto e senza seguire con continuità il metodo che ci porta a realizzarlo, non faremmo altro che ripartire ogni volta daccapo, consumando tempo ed energie e mostrando a noi stessi e agli altri la peggiore versione della nostra personalità. Elaboriamo un progetto dei nostri prossimi anni di vita come una sorta di carta nautica su cui meditare. Le cose grandi che si fanno sono tutte frutto di una visualizzazione interiore; per realizzare occorre saper visualizzare e anche saper correggere in corso d'opera le nostre visualizzazioni. Impegnarci a fare un progetto della nostra vita e a seguirlo coerentemente, significa fondare noi stessi e la nostra esistenza su basi solide, resistenti alle tante crisi che comunque tutti noi dovremo affrontare e che solo in questo modo potranno essere trasformate in occasioni di elevazione attraverso il riconoscimento e il superamento dei nostri limiti, accelerando sempre più il nostro cammino verso gli obiettivi che danno valore al nostro percorso nel mondo. Abbiamo un anno, una vita, un'eternità di fronte. Fare un progetto di vita e lavorarci con continuità ci stimola a conoscerci profondamente, a discernere tra il nostro io storico e il vero sé, tra obiettivi illusori e scopi di valore, tra relazioni effimere e relazioni propedeutiche al risveglio della coscienza, il tutto per favorire il grande viaggio di ogni essere umano verso la più elevata consapevolezza e la realizzazione del Divino dentro e fuori di sé. In ogni pensiero, desiderio, parola ed azione possiamo esprimere con intensità e ogni giorno con rinnovata freschezza la nostra istanza profonda di conoscere e amare noi stessi, gli altri e Dio, amando Dio in ogni essere e ogni essere in Dio. In questo modo dentro noi e in ogni persona che incontriamo getteremo semi di amore vero, quel sentimento puro e universale che può appagare completamente l'anima. Per sviluppare questo supremo amore occorre sviluppare le qualità dell'anima come fedeltà, lealtà, castità, trasparenza, pulizia, veridicità, senso di responsabilità, affidabilità, compassione, coraggio, amicizia, determinazione, perseveranza, imprimendole nella mente e soprattutto nel cuore, non con sterile forza di volontà e freddo raziocinio, che rischiano di sfociare in caparbietà e durezza, ma con l'impeto vitale dell'anima che rende interiormente forti ma flessibili, determinati ma dolci, entusiasti e pazienti allo stesso tempo, per la fede realizzata nelle infinite potenzialità del sé e per quella sviluppata capacità di equilibrio dinamico che ci tiene in piedi anche quando siamo urtati, anche se qualcuno ci provoca o ci disturba con un comportamento offensivo. Se seguissimo gli impulsi della mente reagiremmo con collera, con stizza, tirando fuori il peggio di noi, ma grazie alla pratica di una disciplina di vita, possiamo riuscire a trasformare queste pulsioni, canalizzando in modo costruttivo il loro potenziale energetico. La collera viene allora trasformata in parole che scrollano le persone dall'illusione senza ferirle, senza far perdere la speranza, ridando loro visione. Questo equilibrio dinamico è indispensabile da svilupparsi, e per raggiungere tale scopo fino alla più elevata realizzazione spirituale la tradizione indovedica raccomanda il metodo della sadhana-bhakti, collaudato da millenni, con efficacia sperimentata da innumerevoli persone. Una disciplina interiore di grande spessore per compiere la più grande delle imprese nella vita umana, quella dell'auto-realizzazione, che necessita di tutto il nostro impegno e di un orientamento sicuro, poiché ogni grande impresa è soggetta a grandi sfide. Se desideriamo relazioni di valore, tanti ci metteranno alla prova, con tentazioni e provocazioni. Ma se manteniamo salda la rotta, i piaceri fugaci gradualmente perdono di attrazione, le offese ricevute ci appaiono come grandi occasioni per superare i nostri limiti, e sempre più il Signore del cuore, che dal cuore parla al nostro cuore, Shri Kamadeva, soddisferà ogni nostro più intimo desiderio dell'anima, ogni aspirazione, ogni gioia che si desidera offrire al servizio di Dio. Chi desidera diventare un asceta diventerà un vero asceta, chi aspira ad essere un buon capofamiglia lo sarà, chi vuole produrre ricchezze a beneficio di tutti svilupperà l'intelligenza e l'intraprendenza per farlo se si comporta secondo l'ordine cosmo-etico di origine divina che sostiene ogni essere e l'universo intero, mentre chi arraffa per sé non produrrà mai nulla, né per sé né per gli altri. Nessuno può essere felice se non è in un trend evolutivo stabile. Per immetterci in questo trend evolutivo dobbiamo impegnarci a superare i nostri limiti: quelli strutturatisi geneticamente, quelli che sono conseguenza dell'ambiente in cui si è vissuto e quelli che sono il risultato di errori compiuti. Possiamo riuscirci se investiamo fiducia in noi stessi, nelle nostre qualità intrinseche, e in quelle altrui, riscoprendo quel tesoro che giace celato in ciascuno e che corrisponde alla nostra essenza profonda. I difetti, i condizionamenti, i limiti per i quali soffriamo sono superfetazioni che coprono la nostra vera identità.